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Arbitri alla carbonara

di Giuliano Masola. Fra un esame e l’altro, per circa un anno e mezzo ho fatto un po’ di consulenza in una scuola internazionale di alta cucina e ho avuto l’onore di trovarmi fra i più grandi chef. Ho dovuto però fare salti mortali per reperire migliaia di ingredienti e far comprendere che dietro quei piatti raffinati, talvolta con foglie d’oro, c’erano altissimi costi. Di cucina vera e propria non ho imparato quasi nulla e faccio ancora fatica a usare le posate in modo corretto: meglio lasciare ai maestri il compito di far brillare gli occhi, oltre che di soddisfare il gusto. In una cucina l’organizzazione è militaresca: non per nulla i componenti costituiscono una brigata. La parola dello chef non può essere messa in discussione e le mansioni sono suddivise per specifiche competenze e grado di difficoltà. Per la riuscita di un piatto, in particolare di “haute cuisine”, materie prime, manualità e inventiva sono fondamentali. Per diventare veramente bravi servono anni di duro lavoro e preparazione, poiché la concorrenza è sempre più agguerrita e i clienti sono certamente più attenti e maggiormente consapevoli di un tempo. Come nel baseball, anche i più dotati devono lavorare duro, con pazienza e umiltà. Prendendo spunto da ciò, con un amico che per ragioni professionali frequenta ristoranti di alto livello per cui deve mantenere l’anonimato, si è pensato a un primo piatto, legato al nostro gioco: Leggi tutto “Arbitri alla carbonara”

   SOLLEONE

 di Giuliano Masola. In Oriente si racconta di una leonessa, che saltando fra un’altura e l’altra, partorì un cucciolo, che però cadde nella strada sottostante, dove c’era un gregge di pecore. Questi docili animali non si pongono tante domande, per cui accolgono chiunque. Così il leoncello fu allevato, brucando erba. Un giorno, casualmente, un vecchio leone intravide la figura di un suo giovane simile fra la pecore: non poteva essere! Fece di tutto per far comprendere all’ovino di adozione la sua vera identità; alla fine ci riuscì ‒ che avrebbe potuto fare chi si credeva un agnello contro un leone? ‒ Rispecchiandosi in uno stagno il leoncello capì la sua vera natura ed emise un tremendo ruggito: da umile che era, comprese tutta la potenza che aveva in sé, ribadendo il proprio ruolo. Non è dato sapere se, dopo la riconquistata identità, fece fuori il gregge, ma le favole, si sa, devono avere un lieto fine. Magari! Sappiamo, infatti, che la realtà supera la fantasia. In questi giorni stanno circolando voci che danno  più che da pensare, molto allineate a ciò che viene urlato ai più alti livelli, in ambiti di responsabilità in cui l’intelligenza pare evaporata. Un re mira a ingrandire il proprio regno; se possibile diventa imperatore. Leggi tutto ”   SOLLEONE”

A chi mi vuole bene e a chi no

di Giuliano Masola. Nei giorni scorsi, per cercare di sopperire per quanto possibile a una situazione che sta diventando più che imbarazzante, ho arbitrato quattro partite di ragazze in una sola giornata, Non è la prima volta che mi capita una cosa del genere, ma fino ad ora ciò si era limitato ai tornei. Anche quest’anno le squadre stanno sopportando le mie manchevolezze direi, salvo qualche raro caso, con grande rispetto. Certo, non avendo alternative ‒ nella nostra zona, se va bene, viene coperta forse meno della metà delle gare ‒ si beve da botte. Alcuni mi chiedono come faccio: semplice, mia moglie mi tiene sotto controllo per quanto riguarda la dieta, in particolare, e, soprattutto la mia semplice filosofia è che coi giovani si resta giovane, sui campi da baseball come all’università. Un motivo in più per continuare d arbitrare è che esistono persone meravigliose, nonostante l’abbruttimento sociale imperante. Domenica, sono successe almeno un paio di cose che mi hanno commosso. A metà circa della terza partita, nell’intervallo fra un inning e l’altro, mi sento chiamare e vedo una signora che scende di corsa la scala del bar nei pressi per porgermi qualche cubetto di ghiaccio. Purtroppo, il passaggio attraverso al rete ne ha fatto cadere un paio, ma uno è rimasto: me lo sono strofinato dietro il collo, per qualche istante, poi ho dovuto riprendere la partita. Non è stato l’unico fatto: ìncredibilmente, in quella gara c’è stato qualcosa di magico e, ripensandoci, beneaugurante. Chi stava nelle tribunette, qualche fortunato anche all’ombra, si rendeva conto che in campo si poteva essere stanchi, soprattutto sotto un sole martellante. “Ma non ha paura di star male?”. (Già questa attenzione aiuta). A quel punto, una signora interviene: “Sa che mi piacerebbe provare a fare l’arbitro… l’anno prossimo”. Leggi tutto “A chi mi vuole bene e a chi no”

Un po’ di inventiva non guasta

di Giuliano Masola. Una foto ritrae un paio di ragazzi cubani che giocano a baseball in un prato;  dietro di loro, a carattere cubitali, una scritta sul un muro: “La  vittoria deve essere il premio non della squadra piu’ potente e aggressiva, ma della squadra più abile, meglio organizzata e che ha appreso di piu’. Dr. James Naismith”. Nato ad Almonte (Ontario, Canada) nel 1861 e morto a Lawrence (Kansas, USA) nel 1939, James A. Naismith col Baseball ha avuto poco e niente a che fare: ha inventato il Basket. In un paese in cui la bella stagione si riduce a pochi mesi, occorre trovare il modo per fare delle attività al chiuso. Sollecitato dalla direttore del corso di educazione fisca, il giovane insegnante pensò di riprendere un gioco praticato da bambino in Ontario, chiamato “Duck-on-a-rock” (letteralmente “anatra su una roccia”), il cui elemento cruciale era il tiro a parabola di un sasso. Per giocarlo, si pone una pietra (l’anatra) su di un ceppo o una grossa pietra; mentre un giocatore vi sta di fianco a fare da guardia, gli altri tentano di far cadere “l’anatra” lanciando sassi da una linea di tiro. Una volta fatta cadere la petra, i lanciatori corrono per recuperare i sassi e se uno di loro viene preso dalla guardia prima di rientrare dietro la linea di partenza, prende il suo posto. Rifacendosi anche a giochi delle popolazioni amerinde e analizzando le regole di alcuni sport (football americano,  lacrosse, rugby e calcio), il 21 dicembre 1891 arrivò a redigere le tredici regole della pallacanestro. Leggi tutto “Un po’ di inventiva non guasta”

Chi ha scoperto l’acqua calda?

di Giuliano Masola. Si ritiene che l’uomo abbia iniziato a servirsi del fuoco 12 mila anni fa; l’acqua calda diverso tempo dopo e, certamente non per fare il bagno, almeno in una prima fase, considerando che regine e imperatrici preferivano immergersi nel latte. Per noi un bel bagno caldo è qualcosa di scontato; la possibilità ci deve essere, anche negli spogliatoi. Purtroppo non è così. L’acqua è un bene prezioso, e scaldarla costa; poi se la temperatura lo consente, meglio una doccia rinfrescante. Terminata la partita, sudati o bagnati, occorre darsi una buona ripulita: un bello scroscio d’acqua serve anche da relax. Sappiamo benissimo quanto si fatichi ad avere chi fisicamente opera affinché tutto funzioni; campo che vai, situazione che trovi. Ci si potrebbe meravigliare che, dopo circa settanta anni di baseball organizzato, possa capitare di doversi cambiare su una panchina a bordo campo, ma non è così. Il motivo è semplice: chi ha la chiave dello spogliatoio non si è visto, per cui di acqua, calda o fredda che sia, non se ne parla. E allora che si fa, andiamo tutti a casa? Alla fine, ci si arrangia in qualche modo, si gioca e poi si scrive nero su bianco quanto avvenuto; ci sarà poi chi provvederà a sanzioni e ammende. Leggi tutto “Chi ha scoperto l’acqua calda?”