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Oltretorrente – campagna acquisti 2019 serie A2 baseball

di Jacop Brianti. Il Gruppo Oltretorrente è lieto di comunicare cinque ingaggi per il roster della prima squadra di baseball “Ciemme” che parteciperà al campionato di serie A2. Si tratta del lanciatore Stefano Censi, di Alexander Viloria, del ricevitore Andrea Gandolfi e dei due atleti stranieri di nazionalità olandese Zaino Nasib Henriquez e Nelmerson Xavier Angela. Censi (21/5/1999) nativo di San Vendemiano, l’anno scorso ha militato nel Parma Clima baseball massima serie nazionale di baseball. Accreditato di una fast di 92 miglia. Nato nel Conegliano baseball, a 14 anni è approdato nella Accademia del baseball di Tirrenia. Nel 2016 ha indossato la divisa dello Junior Parma, poi ha giocato in serie A2 nell’Oltretorrente prima della chiamata del Parma Clima. Nel suo curriculum argento all’europeo Under 18 conquistato in Spagna nel 2016. In  precedenza lanciatore azzurro nel 2011 a Taiwan nel mondiale Under12, nel 2013 e 2014 nel mondiale Under 15 in Messico. Nel 2017 per Censi 4 riprese lanciate nel Parma Clima in serie A1. “In piena sintonia con il giocatore e nel rispetto degli accordi di franchigia- si legge nella nota pubblicata dall’ufficio stampa del Parma Clima baseball – il Parma baseball comunica di aver ceduto in prestito Stefano Censi all’Oltretorrente B.C. Censi – continua la nota – è reduce da un infortunio alla spalla destra che lo ha costretto a rimanere ai box per l’intera stagione 2018 e a sostenere un inevitabile intervento chirurgico”. Alexander Viloria (9/12/2000) nel 2018 è risultato il miglior battitore dello Junior Parma in serie B con una media di 0.448 frutto di 39 valide tra cui 6 doppi, 1 triplo e 1 fuoricampo, su 87 presenze utili alla battuta, con 18 punti battuti a casa, media difesa 0.905. Viloria è salito anche sul monte per 17.2 riprese, mpgl 6.62.  Il ricevitore Andrea Gandolfi (3/3/1986) proveniente dal Collecchio serie A2 baseball, l’anno passato in 13 partite ha ottenuto 12 valide tra cui 5 doppi e 1 triplo su 42 turni, 3 punti battuti a casa, per una media battuta di 0.286, media difesa 0.974. I due atleti olandesi rispondono al nome del seconda base Zaino Nasib Henriquez (Willemsted stato Curacao, 7/6/1998) e del lanciatore Nelmerson Xavier Angela (Willemsted stato Curacao, 20/2/1998) entrambi in prestito annuale dalla società del Reggio Rays baseball.  Henriquez ha militato nella formazione di Rookie League dal 2015 al 2017 del DSL Twins campionato Dominicano Estivo ottenendo 51 valide su 275 presenze utili alla battuta, 3 doppi, 2 tripli, media battuta complessiva 0.185.  Angela dal 2015 al 2018, fatto salvo esperienze in due team nelle minors nel 2016, ha giocato con la divisa del DSL Mets 1 e Mets 2   formazioni di Rookie League campionato Dominicano Estivo totalizzando 120 riprese sul monte con 105 kappa e una mpgl complessiva di 2.10.

Poker d’acquisti per la Taurus Old Parma serie A1 softball

di Jacopo Brianti. Il Gruppo Oltretorrente è lieto di comunicare gli ingaggi per la formazione maggiore partecipante alla serie A1 softball con la casacca della Taurus, della lanciatrice americana Trinity Harrington (16 gennaio 1996, Garden City, Kansas), della prima base – ricevitore americana Sarah Edwards (26 giugno 1996, Bay Shore, New York), dell’interno Tara Melassi (4 gennaio 2001) e della lanciatrice Natascia Ablondi (17 novembre 1985), queste ultime provenienti dal Collecchio softball sempre serie A1. Per Edwards si tratta di un ritorno, in quanto l’atleta americana ha già vestito la divisa gialloblù nella passata stagione, nella fase di intergirone del campionato, registrando una media battuta di 0.346 con 9 valide su 26 turni alla battuta in 10 partite, media difesa 0.962. Trinity Harrington, macinando record nell’università Texas A&M, nella squadra partecipante al campionato Ncaa, ha sfiorato il professionismo. L’anno passato Harrington ha completato 91 strike out per 13 vittorie e una media pgl 2.10. Contro l’Università del Connecticut ha lanciato una perfect game ed è stata schierata da partente in tutte le partite delle World Series Super Regional Ncaa di Gainesville contro le Florida Gatorsf. Trinity è accreditata di una veloce, di un drop e di un cambio impressionanti. Il giovane prospetto e figlia d’arte Tara Melassi, rientrata dagli Stati Uniti dopo un periodo di studio, nella passata stagione ha giocato 5 partite ottenendo 3 valide su 13 turni, media 0.231, media difesa 0.900.  L’anno precedente in 9 partite, media 0.174 con 4 hits su 23 presenze utili alla battuta, media difesa 0.893. Nel 2016, 23 presenze, 3 valide su 23 turni utili alla battuta, media difesa 0.935. Tara nel 2017 ha partecipato con la casacca della nazionale italiana Under 16 softball al campionato Europeo di Ostrava (Repubblica Ceca) conquistando la medaglia di bronzo alle spalle delle selezioni dell’Olanda e della Repubblica Ceca. Natascia Ablondi ha giocato diverse stagioni nelle fila del Collecchio. L’anno scorso per Natascia record di 2 vittorie, 1 sconfitta, 30 riprese lanciate, 16 strike out con 2.57 mpgl.  

Un piatto di Baseball

di Giuliano Masola. Andare allo stadio, spesso, significa non solo gustare l’incontro, ma anche mettere qualcosa sotto i denti. Chi è andato a vedere anche una sola partita di baseball in America o in Giappone probabilmente si sarà lasciato attrarre da qualche variegato hot dog, alette di pollo, sushi d’occasione, patatine, fette di torta ipercalorica e zucchero filato multicolore (per i più piccoli s’intende). Mettere qualcosa sotto i denti e bere qualcosa aiuta a vivere i cambi di campo con più distensione. Permette, soprattutto di familiarizzare, a cominciare dalle battute scambiate coi venditori. Il baseball fra i suoi antenati ha giochi da ragazzi, ma anche, più nobilmente, vista l’origine britannica, il cricket, comprese le soste per il tè. In un continente da conquistare non c’era tanto tempo per giocare, per cui ci si adattò alle circostanze. Tutto doveva essere abbastanza semplice, divertente e l’attrezzatura limitata all’essenziale: un bastone, una palla confezionata con quel che c’era, dei sassi da porre come base. Anche il numero dei giocatori era variabile: giocava chi c’era, con l’unico accorgimento di averne un numero uguale per squadra; anche il numero degli inning poteva variare. Solo nel 1856, i Knickerbrokers, dopo lunghe discussioni, decisero per nove giocatori in campo e nove inning. Un tema rilevante era quello del piatto di casabase. Ancora sul finire dell’Ottocento, mentre il lanciatore, si poteva muovere all’interno di un rettangolo posto a una quindicina di metri dal battitore, il piatto doveva stare ben saldo e fermo e per fare ciò si utilizzava qualsiasi cosa di una certa consistenza: un pezzo di metallo, di marmo, una pietra liscia, perfino una lastra di vetro, con un unico obbligo: la forma circolare ‒ un piatto appunto ‒ e un piatto i pionieri lo portavano sempre con sé. Pur cercando di sistemarlo a livello del terreno, il piatto finiva per sbordare sempre un po’, per cui il calpestarlo, e soprattutto scivolargli contro, comportava dei rischi, considerando anche il numero altissimo di punti che venivano segnati ‒ intorno al 1840 anche cento complessivi, in soli sei inning. Con quel piatto tondo, ma molto duro, contusioni e ferite erano normali. Intono al 1880 si decisero modifiche importanti: l’uso di un piatto di gomma (invenzione di Robert Keating) o di marmo e una forma quadrata, in linea con le basi; qualche anno dopo, nel 1888 si stabilì anche la misura: 32 cm. per lato). La situazione, per i corridori lanciati a punto migliorò, ma non più di tanto. Fra l’altro, si creò subito un problema: come si poteva giudicare un lancio quando la palla doveva passare per un singolo punto? La soluzione fu trovata dando una forma squadrata alla parte rivolta al lanciatore, in modo da poter decidere meglio gli strike: la forma pentagonale che ancora oggi utilizziamo.

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I convocati in azzurro per lo Spring Training di Phoenix

Si alza ufficialmente il sipario sulla Nazionale Italiana di baseball chiamata alla stagione più importante dell’ultimo decennio.

L’Italia di Gibo Gerali, con il mirino puntato sul Campionato Europeo (Bonn e Solingen, 6-15 settembre) e, soprattutto, sul Torneo di Qualificazione Olimpica (Bologna e Parma, 18-23 settembre), è in procinto di partire per Mesa, Arizona, dove la casa primaverile degli Oakland Athletics ha in più occasioni ospitato gli azzurri per lo Spring Training.

Si alza ufficialmente il sipario sulla Nazionale Italiana di baseball chiamata alla stagione più importante dell’ultimo decennio.

L’Italia di Gibo Gerali, con il mirino puntato sul Campionato Europeo (Bonn e Solingen, 6-15 settembre) e, soprattutto, sul Torneo di Qualificazione Olimpica (Bologna e Parma, 18-23 settembre), è in procinto di partire per Mesa, Arizona, dove la casa primaverile degli Oakland Athletics ha in più occasioni ospitato gli azzurri per lo Spring Training.

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San Valentino

di Giuliano Masola. Duecento anni fa baseball e softball non era ancora ufficialmente nati. Nonostante ciò se ne faceva menzione. Nel romanzo “Northanger Abbey”, pubblicato nel 1818, la grande scrittrice americana Jane Austen, così descrive Caterina: “Non deve meravigliare che Caterina, a quattordici anni preferisse il cricket, il baseball, l’andarsene a cavallo per la campagna ai libri…” (a quell’età, salvo qualche eccezione, a star sui libri si fa fatica, specialmente nelle belle giornate). Nel 1860, quando il “vecchio gioco” cominciava a rappresentare una realtà, le signore più lungimiranti e accorte, sentivano la necessità di fare attività fisica, anche per mantenere e accrescere il loro charme; così il baseball trovò un suo spazio e si attrezzarono luoghi per poterlo praticare. I maschi (che ieri come spesso peccano di miopia) ritennero però che si trattasse di uno sport troppo rude e rischioso per le giovani e, da metà degli anni Settanta dell’Ottocento, del tutto inadatto. I libri che dettavano il galateo, in particolare quelli del professor Thomas E. Hill, consigliavano il croquet e le escursioni per la pesca, al posto del baseball. In ogni caso, la prima partita storicamente documentata di donne che giocano a baseball negli Stati Uniti si ha dalla lettera che Annie Glidden, studentessa del Vassar College (Poughkeepsie, New York, sorto nel 1861 e ancora oggi particolarmente attivo anche a livello internazionale) scrive alla sorella il 20 aprile 1866. “Stanno sorgendo molte società per attività all’aperto: floricultura, canottaggio e baseball. Mi piace particolarmente l’ultima e mi diverto tantissimo, te lo assicuro”. “The girls of summer”, da non confondere “Ragazze vincenti” (“The League of their own”), è un libro pubblicato nel 1876 da Gene Smith, che racconta proprio la storia di due squadre femminili del Vassar.

Però, mentre al tempo di Annie Glidden il baseball era considerato un gioco adatto alle donne, in quel momento non era più vero: il baseball, sotto la pressione dell’opinione pubblica, divenne solo maschile, per cui è rimasta solo la foto dell’ultima squadra del college (1876). Le donne non rinunciarono facilmente: intorno al 1890 le “Barnstorming Ladies” ebbero un notevole successo. Si trattava di squadre femminili, in cui potevano esserci da uno a tre maschi, che giocavano con squadre completamente maschili.

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