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Cinque di Maggio

di Giuliano Masola. “Ei fu, siccome immobile…”: Ricordi di scuola, di una delle tante poesie imparate a memoria di “quel tal Sandro, autor d’un romanzetto / ove si tratta di promessi sposi” (giugno, tempo d’esami, è ormai alle porte). Vedo qualche volto perplesso dietro la mascherina; non mi stupisce: i segni della lunga reclusione cominciano a evidenziarsi anche in me, se mi avventuro nell’accostare Napoleone al baseball. Nella sua avventura egiziana, da cui uscì con le ossa rotte, l’Imperatore portò con sé tanti archeologi, ingegneri e abili disegnatori, dando inizio in pratica alla Egittologia: la decifrazione della pietra di Rosetta da parte di Champollion ne è stato il più grande risultato.

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Gli anziani sono i nuovi ebrei

da: Il Fatto Quotidiano, 18 aprile 2020. di Massimo Fini.
Per la cosiddetta ‘fase due’ si profila una discriminazione a danno degli anziani (anche se i sostenitori di tale discriminazione sostengono che sia a favore). Jean- François Delfraissy, consulente scientifico del presidente francese Macron, lo ha detto a chiare lettere: “Il Paese va riaperto, ma anche nelle prossime settimane, forse nei prossimi mesi, ci saranno 18 milioni di persone che dovranno rimanere confinate”. Questi 18 milioni sono gli individui che, sono parole dell’esperto, “hanno superato i 65 o i 70 anni”. Sulla stessa linea, anche se un po’ più sfumata, è la dichiarazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: “Gli anziani dovranno restare isolati, per motivi di protezione, almeno fino alla fine dell’anno”. Questa idea circola anche in Italia. Insomma costoro vorrebbero rapinare agli anziani anche un paio di estati della loro vita, estati che potrebbero essere le ultime non perché moriranno di Coronavirus ma perché potrebbero essere colpiti da quei mille accidenti che sono propri della vecchiaia.

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Dai “domiciliari” ai “cautelari”

di Giuliano Masola. Teoricamente manca una cinquantina di giorni alla ripresa dell’attività, con tutti i se e i ma del caso. Nel frattempo restiamo in una sorta di sospensione, in uno strano limbo in cui il disorientamento e la chiusura in se stessi rischia di avere il sopravvento. Restiamo a casa e teniamo le distanze, col volto coperto e quant’altro, talvolta anche in ambito domestico. È indubbio che ciò porti a riflettere sul mondo diverso in cui ci ritroveremo volenti o nolenti. In particolare, ritengo che, oltre a una crisi economica generale di non breve periodo, si possono prevedere altre situazioni ben più gravide di rischi: il distanziamento sociale e una minore libertà.

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