fbpx

Appuntamenti da non perdere.

di Giuliano Masola. Nel 2019 abbiamo tante ricorrenze, dal Trattato di Versailles a conclusione della Prima guerra mondiale, allo sbarco sulla Luna, alla Caduta del Muro di Berlino, per citarne solo alcuni. Ci sono però almeno un paio di date che ci riguardano. La prima è quella più importante e significativa. Il 15 giugno 1949 veniva fondato il Baseball Parma (a quell’epoca non ero ancora in campo: avevo solo un anno e abitavo a Medesano, dove il gerlo era di casa).

Dei ragazzi di allora alcuni ci hanno lasciato, ma se ora siamo qui a fare del baseball e del softball, lo dobbiamo allo loro grande volontà e passione. In un’epoca in cui tutto si dimentica facilmente (da anni la Facoltà di Storia a Parma non esiste più e tocchiamo con mano ogni giorno gli effetti dell’ignoranza progressiva) parlare di ciò che è nato sette decenni fa può sembrare fuori luogo. Sono certo che i più appassionati si stiano già muovendo, almeno sulla carta, per realizzare qualcosa di degno, di importante per ricordare l’avvenimento. Purtroppo, in occasione del Cinquantenario non si è potuto fare qualcosa di significativo: avevo, proposto, all’epoca di ricordarlo in una occasione di una partita della Nazionale a Collecchio, ma non riuscii nell’intento. Quest’anno spero che, grazie alle diverse esperienze maturate, si riesca a fare qualcosa di bello, di attraente. Il rischio, in questi casi, è quello di guardare al passato, lasciandoci attrarre da forme di nostalgia che tanti non riuscirebbero a comprendere. Certo, non dovrebbe essere difficile, ritrovare diversi di coloro che hanno fatto la storia del baseball, a cominciare dai fondatori. Il rischio, ripeto, è quello di pensare a ieri, non considerando né l’oggi, né il domani. Di quel giorno ho un manifestino a fondo giallo, un prezioso dono dell’amico Pier Luigi: “Oggi 15 giugno 1949 un gruppo di amici ha fondato il Baseball Parma Club. Con limpida passione sportiva auspicano un brillante avvenire degno di Parma”. Roba da brividi!… Mi chiedo se oggi saremmo in grado di usare espressioni così pregnanti. Una passione limpida ‒ risultato della purezza di intenti ‒, un avvenire che dia smalto e luce a Parma, e non solo a Parma. Soprattutto a farsene carico è “un gruppo di amici”. Questa espressione, tanto semplice quanto banale, la sento come una tirata d’orecchi, una sferzata alla superbia, a partire dalla mia. Oggigiorno, il significato di “amici”, come quello di “compagni”, ha perso quasi completamente l’accezione originale. L’amicizia è roba da “social”, mentre compagne e compagni fanno tutt’altro che sfilare con la bandiera rossa. Forse non c’è da meravigliarsi: bisogna accettare il mutare delle situazioni, cercando però, di non perdere il senso critico. Pertanto, se vogliamo dimostrare di voler bene alla nostra Città, ma soprattutto al più vasto mondo del batti&corri in cui vive, dobbiamo cogliere l’occasione del Settantesimo per tentare un rilancio. Nel giro di un anno i tesserati, a livello nazionale, sono calati di circa il 17%; probabilmente a Parma ciò non è avvenuto, ma meno società e meno giocatori incidono pesantemente sui costi (leggasi trasferte più lunghe e numerose) e sulla qualità: la legge dei grandi numeri ce lo insegna. Per questo occorre un rinnovato “Play ball!”, senza se, né ma. Mettiamoci insieme, senza retropensieri, per un impegno, che pur sommandosi a tanti altri, non può non essere affrontato. Rinunciare, significa abbandonare l’idea che sta alla base del nostro gioco: avanzare ogni volta, fino a giungere a punto. Oggi si è festeggiato Sant’Ilario e, nella ricorrenza vengono assegnati attestati di benemerenza per quello che è il premio-simbolo di Parma: nessuno del baseball era fra i premiati; magari qualche domanda dovremmo farcela. Nel discorso conclusivo, il Sindaco ha rimarcato il concetto di progresso e, in questo c’è anche l’orgoglio di avere Parma Capitale della Cultura per il 2020. Un’occasione in cui la nostra Città ha chiesto di collaborare con Piacenza e Reggio, formando una squadra più ampia, in grado di offrire qualcosa di più. Questa Emilia Nord-Occidentale, in realtà, è in grande, ciò che per il baseball esiste già da anni. Ciò significa che anche a questo appuntamento non potremo mancare, unendo le forze, cercandone di nuove, arricchendo il nostro patrimonio di conoscenza. Non si tratta di sfogliare libri di storia, ma si tratta di comprendere. Come diceva qualcuno molto più grande di me, se oggi posso stare all’ombra, significa che qualcuno prima di me ha piantato l’albero. E noi sono chiamati a piantarne altri. La sfida che ci attende è ogni giorno più grande: sappiamo bene quanto ci costa portare avanti il “vecchio” ma sempre nuovo gioco, giorno dopo giorno. Se ci crediamo davvero ‒ e sono certo che sia così per molti ‒ non ci perderemo d’animo. Sappiamo che ci sono coloro che sperano in una nostra sconfitta, cercando di colpirci senza esclusione di mezzi. Non ci fanno paura, poiché ciò che spaventa è il senso di resa, di abbandono, tutto ciò che finisce per farci agire in modo affrettato, e il più delle volte sbagliato. Il baseball è un gioco di squadra e, scusate la franchezza, da un po’ di anni vedo questa squadra sempre meno amalgamata, povera di idee e di capacità di progettazione nel medio e lungo periodo. Nei momenti di crisi come l’attuale, la pressione che aumenta rischia di travolgerci, ma come diceva Tom La Sorda, “Pressione è una parola usata male nel nostro dizionario. Quando hai cominciato a parlare di pressione è stato perché hai cominciato a pensare all’insuccesso”. Sono certo che non ci lasceremo travolgere, e troveremo il successo.

Giuliano Masola, 13 gennaio 2019, S. Ilario.