fbpx

Italiani, Afi e Comunitari: realtà e promesse da mantenere

In anticipo rispetto alla data concordata del 15 dicembre, i vertici della Fibs hanno convocato per domani a Bologna le società di Ibl e Isl per la definizione del format dei campionati 2018. All’ordine del giorno anche le normative relative al numero di visti per gli atleti stranieri e i chiarimenti sulla nuova figura dei giocatori di Formazione italiana.

Alla vigilia degli incontri bolognesi ospitiamo l’opinione in merito del nostro Erminio Tibaldi. Buona lettura.

 

Abbiamo letto le nuove norme FIBS relative alla composizione dei roster dei vari campionati 2018 e qualche preoccupazione crediamo abbia attraversato i pensieri di tanti appassionati.


Come mai questa generale parificazione adesso mentre il gruppo già Change Up aveva tanto proclamato il voler proteggere i cosiddetti “italiani” per finalmente poter comporre i vari Team Italia con solo atleti aborigeni?
La risposta a questa domanda, stante a quel che il presidente Marcon dichiara, è che le norme comunitarie Europee prevedono ormai la libera circolazione dei cittadini UE e di conseguenza la parificazione di status in campo sportivo.
Lui in qualità di presidente Fibs non vuole rischiare di essere oggetto di causa intentata da qualche atleta comunitario che in caso diverso si potrebbe sentire alienato e/o discriminato.

Osserviamo che questa non è una norma emanata oggi bensì è operante ormai da diversi anni.
Negli anni passati, dove un certo “protezionismo” era stato attivato, quante cause alla FIBS risultano?
Quanto è importante crescere giovani che possano diventare giocatori bravi al punto di far parte delle nostre rappresentative nazionali? Non spetta alla federazione creare i presupposti perché ciò avvenga?
Non ci basta l’esempio della Nazionale di calcio ed il conseguente parapiglia in FIGC per assumersi responsabilità e rischi per ottenere risultati nel prossimo futuro?

Detto ciò ora la FIBS spieghi per favore in modo chiaro a tutto il movimento come pensa di vincere gli Europei del 2019, ovvero che programma ha per arrivare a disputare le Olimpiadi di Tokio 2020 con le nostre nazionali di baseball e softball.
Proprio prendendo spunto dal disastro Mondiali di calcio in Russia la nostra federazione DEVE esporre gli strumenti e le strategie per raggiungere questo FONDAMENTALE obiettivo.

Spero che tutto il nostro movimento sia cosciente che se non si va alle Olimpiadi le nostre speranze di risorgere economicamente e sportivamente andrebbero letteralmente a farsi friggere.
Se poi Andrea Marcon ha già in mente di fare le Nazionali con il meglio che trova nel mondo tra tutti coloro che possono disporre di un passaporto italiano lo dica chiaramente.
Forse sarebbe la scelta corretta perché, e non me ne vogliano gli atleti nostrani, i nostri competitors non si fanno problemi di status e se non si va con il meglio ci fanno a pezzi.

Se poi questo contrasta con quanto fu proposto per convincere gli elettori… va beh, stavano scherzando.

Erminio Tibaldi
Free Lance MGDB writer