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Lettera dalla Calabria “Summer League”

di Giuliano Masola. La Summer League è stata la naturale conseguenza della “Canny Fest” di cui abbiamo parlato precedentemente; Sstante l’importanza, si sta già pensando di festeggiarne il 25° anniversario l’anno prossimo. Si tratta di un campionato che si svolge nell’arco di poche settimane; occorre tener conto, infatti, che le vacanze, per chi non è del posto, durano dalle due alle tre settimane.

Il campionato, per così dire, va da inizio agosto alla sagra del luogo – Maria Santissima di Porto Salvo, patrona delle genti di mare – che si festeggia nella penultima settimana di agosto. Si tratta di una festa antica, che culmina con due processioni, particolarmente partecipate: la processione a mare, il sabato sera, e quella a terra, la domenica pomeriggio. Per quella a mare, la statua della Madonna viene issata sulla feluca normalmente utilizzata per la pesca al pescespada; sulla stessa, salgono i celebranti, la banda e le autorità del luogo (riuscire a esserne a bordo è un grande onore, ma è molto difficile). Al tramonto, dopo la “salita” del sacro simulacro, la barca si muove a pochi metri dalla costa, seguita da una serie di imbarcazioni di ogni tipo, anch’esse addobbate e illuminate a festa. Sulla spiaggia, falò e fuochi d’artificio fanno a gara nella festa; grigliate sulla spiaggia e tuffo notturno sono d’obbligo. La domenica pomeriggio, la processione via terra è particolarmente impegnativa e faticosa, dovendo toccare tutte le frazioncine intorno al paese. Al passaggio, tutto si ferma, anche se per pochi minuti (ogni tanto, fermarsi un attimo, a riflettere, fa bene, si sia credenti o meno). Dopo questa divagazione pubblicitari (i “coockie” sono sempre in agguato), torniamo al discorso iniziale. La ormai storica Summer League ha avuto al vertice personalità di spicco: ”Santu Roccu”, presidente, “u Stortu” per il regolamento e l’organizzazione del campionato, “u Surdu” per le comunicazioni, e “u Niru” per le relazioni internazionali. Il grande pregio di questo campionato estivo – un imperdonabile difetto per i legulei – è la grande libertà e spontaneità. La regola principale è il divertimento, e partecipa chi vuole, quando vuole. Le regole si adattano al numero di presenti e, soprattutto, allo spazio che si riesce a ricavare fra gli ombrelloni. I giocatori provengono da diversi posti; alcuni sono figli di emigrati, che non conoscono l’italiano, ma sanno un po’ di dialetto, per cui il calabrese diventa la lingua franca; il problema, grazie a “u Surdu” è facilmente superabile. Si batte da un “tee”, cercando di indirizzare la palla (soffice) in mare, dove è posizionata quasi tutta la difesa – intorno alla stessa un gruppo di volontari fa da guarda-meduse. Le partite si svolgono verso il tramonto e si concludono con una “calata”, un tuffo corale. Talvolta le battute sono così lunghe che finiscono lontano e la corrente porta con sé la palla. Nel corso degli anni, numerosi sono stati i giocatori che hanno contribuito al successo; da Anny e Francy, a Martin “the Cave”, a Max “the Boar Hunter”. Quest’anno la stagione è stata arricchita dalla presenza di Georgia, David de Lords e Jack Betts. Insomma, il livello è sempre buono. Le partite rianimano la vita di spiaggia, anche se qualche signora, che quest’anno ha dovuto rinunciare alla crociera, si lamenta un po’ (ma quando mai va bene qualcosa?). I piccolissimi gattonano fra i giocatori cercando di prendere la palla e tenerla per sé, ma questo tipo di interferenza è previsto e, in ogni caso, “u Stortu” è pronto a intervenire. Il gioco è anche un buon momento per scatti fotografici, specialmente per chi è stufo dei soliti quadretti di famiglia; per chi ha voglia di disegnare, poi, gli spunti sono tanti. Una cosa di cui mi stavo dimenticando: la Summer League è libera, unica e indipendente, anche se si pensa a una Mediterranean League, vista la vicinanza geografica con tanti paesi (di cui ci si ricorda che esistono, solo perché ci costringono a pensare, a meditare su storiche colpe e responsabilità). Pertanto, non c’è possibilità di avere biglietti gratis per Tokio e dintorni, ma non importa: al Pese dei Ciliegi, si dà la preferenza a quello del Bergamotto e della ‘nduja, anche se si può tentare un abbinamento culturale fra sushi, peperoncino e vino di Cirò. Non fasciamoci la testa, quindi, ma guardiamo avanti. Quest’anno la stagione è ormai agli sgoccioli e si sta già pensando alla prossima, dove potrebbero esserci importanti novità. Infatti, al Cannitello Baech Baseball Club potrebbe aggiungersi Scilla, ma lì c’è un problema di campi: una organizzazione modello Riviera romagnola, per quanto gradita e funzionale, non lascia spazi liberi, ma si troverà una soluzione. Ora accontentiamoci della sfida fra Cannitello e Porticello, il clou della stagione. Fatto più unico che raro, il bilancio è in pareggio, anche perché i costi sono molto bassi e nessuno riceve il benché minimo indennizzo. Non so se la storia del Baseball ufficiale parlerà mai di questa Summer (Indipendent) League e se mai finirà qualche cimelio a Cooperstown. Fortunatamente l’immaginazione va oltre, supera ogni ostacolo e ci fa vivere un tantino staccati da terra, in un certo senso ci fa scivolare meglio verso il domani. Si può anche sognare di giocare, lasciarci trascinare dallo Scirocco, sballottare come una palla nelle correnti dello Stretto in un lungo viaggio che finirà per riportarci alla riva, alla realtà. E su quella, palla, potete scommetterci, ci sono i nomi di tutti, anche dei vostri. La Summer League è qui: vi attende.

 

Giuliano Masola, Cannitello, 11 agosto 2017.