Il bilancio di stagione e l’occhio al futuro del presidente Ivan Ferrarini
Il 2018 è stato chiuso emesso alle spalle con la consueta cena sociale tenutasi sabato sera alla presenza di autorità istituzionali amministrative e sportive. Il bilancio del presidente Ivan Ferrarini: «Abbiamo fatto tante coseche hanno richiesto uno sforzo organizzativo e da questo punto di vistacerchiamo sempre di fare meglio, grazie anche agli sponsor. La squadra maschileha fatto un ottimo campionato, all’inizio lottava per la testa del girone,tenuto conto della giovanissima età: il terzo posto deve essere un trampolinodi lancio.
Leggi tutto “Il bilancio di stagione e l’occhio al futuro del presidente Ivan Ferrarini”Italia Softball: le convocate per gli impegni della Nazionale in Australia
Con il 2018 ormai ai saluti, in casa Italia Softball è tempo di pensare ai primi impegni ufficiali del nuovo anno che daranno il via ad un 2019 molto intenso dove le ragazze di Enrico Obletter tenteranno il doppio assalto al titolo europeo e al pass per Tokyo 2020. Come già nel 2018, le azzurre inizieranno il loro percorso dalla ‘Terra dei Canguri’ dove però raddoppieranno i propri impegni rispetto allo scorso gennaio. Oltre alla Asia Pacific Cup (31 gennaio-3 febbraio), le azzurre prenderanno parte alla Summer Slam Competition (4-6 febbario).
La vera novità è la Summer Slam Competition, un evento che presenterà una versione più compatta e ridotta delle consuete partite di softball, lanciata e voluta dalla Federazione Australiana e per la quale è prevista la copertura televisiva integrale con la messa in onda in prima serata su tutto il territorio australiano. Una versione del softball mirata a dare sempre più peso al divertimento e al coinvolgimento del pubblico presente e di quello davanti agli schermi della tv riducendo i tempi ‘morti’ e velocizzando il gioco in favore dello spettacolo.
Leggi tutto “Italia Softball: le convocate per gli impegni della Nazionale in Australia”Un diamante chiamato Bennu
di Giuliano Masola. Che nome strano!, direte, forse francese (“bien nu”: completamente nudo, spoglio); niente di tutto questo. Per trovare una soluzione, dovremo fare un lungo percorso, un lungo viaggio fra le stelle. La sonda spaziale OSIRIS-Rex della NASA in questi giorni ha raggiunto il suo obiettivo, un asteroide a circa due miliardi di chilometri e, a fine anno, ne farà una prima perlustrazione, avvicinandosi fino a 19 chilometri dalla superficie. Dopo una serie di avvicinamenti successivi, estrarrà dal sua terreno roccioso sessanta grammi di materiale che, nel 2023, saranno fatti cadere nel deserto dell’Arizona, prima dell’invio a Houston, nel Texas per le analisi scientifiche. Data la composizione dell’asteroide, si ritiene di poter ricavare utili informazioni da quanto potrà essere recuperato, con l’obiettivo, nel futuro, di usare corpi celesti di questo tipo come miniere. Per quanto nudo e spogio, sotto la sua superficie ci possono essere importanti risorse. Si tratta di una grande sfida. Leggi tutto “Un diamante chiamato Bennu”
Regole: bizzarrie in evoluzione
di Giuliano Masola. In questi mesi, in cui per lo più si sta alla finestra aspettando la Primavera, ci si aggrappa un po’ a tutto. Così si sfogliano vecchi libri e carte e si è presi dal tentativo, per me sempre fonte di problemi, di rimettere un po’ le cose in ordine. La mente così vaga e divaga, senza un obiettivo preciso. Il baseball è il risultato di tanti giochi per questo le regole hanno seguito un percorso evolutivo none sempre lineare. Il Massacchussets Game, gioco particolarmente diffuso nel New England, a metà Ottocento, si svolgeva fra quattro basi, a circa 18 metri l’una dall’altra, ma il box battuta per lo “striker” era a posto a metà fra la prime e casa base. Il lanciatore (“thrower”) spediva la palla da sotto, da una distanza di circa nove metri. Vinceva chi faceva 21 punti. La prima sostanziale svolta si ebbe con le New York Game Knickerbrokers Rules, destinate a essere vincenti, formalizzate negli stessi anni. Il campo assumeva i connotati attuali, con le basi distanziate a circa 27 metri; zona di battuta e casabase venivano a coincidere. Il lanciatore spediva la palla sempre da sotto, da una distanza di circa 14 metri, posizionandosi, a suo piacimento, lungo una linea di tre metri mezzo. In questa sede non possiamo esaminare l’evoluzione di ogni singola regola, per cui restiamo su quelle che oggi possono apparire bizzarre. Dal 1867 al 1887, era il battitore a dire al lanciatore dove indirizzare la palla, alta (fra la cintura e le spalle) o bassa (fra le cintura e le ginocchia): immaginate Mike Trout che dice David Price esattamente dove lanciare.