di Giuliano Masola. Dopo anni difficili, finalmente quest’anno ci sarà un corso per arbitri di baseball; è aperto a tutti coloro che intendono dare una mano allo sviluppo del batti&corri, come particolari e consapevoli attori. Impegnarsi in prima persona, metterci la faccia, pare sia un atteggiamento in disuso, ma da superare. Esserci, essere fra persone che hanno un comune scopo ‒ nel caso specifico permettere di giocare secondo le regole ‒ è più che importante, soprattutto per l’aspetto formativo dei giovani. A Parma, quindi, ci sarà con un primo incontro, per conoscerci un po’, Giovedì 11 ottobre alle 21h. L’inizio vero e proprio ‒ il “Play ball!” ‒ è fissato per Venerdì 9 novembre alle 20.45h; le lezioni della durata di due ore proseguiranno una volta la settimana, normalmente il venerdì, fino al 21 dicembre; si prevede di riprendere l’11 gennaio, dopo la pausa natalizia. Il luogo verrà comunicato appena possibile (siamo sempre alla ricerca della “sede perduta”). Le lezioni teoriche e pratiche saranno condotte da esperti, anche con l’ausilio di audiovisivi. Attualmente sono circa una decina le persone che hanno dato la loro disponibilità a partecipare, ma si conta in numero maggiore, sperando così di dare copertura a tutte le gare della prossima stagione. “I want you” campeggia sul volantino che pubblicizza il corso arbitri. Non è un caso. Il baseball fa parte della storia e, in questa, le interazioni sono continue. La maggioranza pensa che lo slogan “Ti voglio!/Vi voglio!” sia di origine americana. In realtà la celebre espressione dello Zio Sam che punta il dito è di origine britannica: “Britons, Lord Horatio Herbert Kitchener wants you”. Kitchener è rimasto famoso per la dura e vittoriosa guerra contro i Boeri in Sud Africa e provò questa formula di arruolamento nel 1914. Allora l’esercito era composto di volontari; divenne di leva solo nel 1916, proprio dietro la spinta del generale britannico. Più che un invito si trattava di un ordine, del richiamo a un obbligo morale di fronte la quale non si poteva dire di no. Dai campi di battaglia a quelli da baseball il passo può apparire breve. In realtà è un passo molto importante, poiché nei diamanti non si utilizzano armi, ma abilità e cervello. Certamente fa sempre sorridere il detto di Yogi Berra “Il Baseball è al 90% una questione di testa e l’altro 50% una questione di fisico”, ma ha un fondo di verità. Ad arbitrare si impara nel tempo, non ci si inventa, per cui anche avere buone qualità fisiche, come una buona vista, facilità di movimento e rapidità d’azione, non bastano. Studio e analisi delle esperienze sono fondamentali: nessuno “nasce imparato”. Occorre soprattutto dedizione e consapevolezza, duttilità e flessibilità. Come ha scritto Harold Douglas Harvey, arbitro della National League, “Se sei un fotografo, hai bisogno di una macchina fotografica. Se sei uno scrittore, hai bisogno di una macchina da scrivere. Se sei un arbitro, ti affidano un oggetto invisibile, che chiamano zona dello strike, e nessuno pare essere d’accordo con te, qualsiasi cosa chiami”, ma questo non deve spaventare, anzi deve stimolare. Troppe partite quest’anno, almeno nella nostra zona, non sono state dirette da arbitri ufficiali. Si sono ugualmente giocate e, probabilmente, non ci sono stati problemi. Credo però che non abbiano insegnato molto. Non esistono partite facili, scontate; in ogni momento ci può essere una giocata imprevista, specialmente con squadre alle prime armi; l’attenzione, pertanto, deve sempre essere elevata. Certamente, il mestiere di arbitro, parafrasando una celebre affermazione dello storico Marc Bloch, alla domanda, “Papà, spiegami allora a cosa serve l’arbitro?” potremmo dare una risposta semplice: “Serve a stare meglio insieme”. Cerchiamo quindi di darci una mossa, di essere ancor più partecipi e in grado di far partecipare. Nessuno va alla partita per vedere l’arbitro, ma senza l’arbitro non c’è partita. L’invito resta costante e cogente: “Venite a fare l’arbitro”, sarà anche un buon modo per saperne di più e di baseball, posso assicurare, non se ne sa mai a sufficienza. Per informazioni sul corso, potete contattare Marco Alinovi (cell. 3296858596) e Angelo Campori (cell. 3385478359). Vi aspettiamo!
giuliano, 15 settembre 2018