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Quale futuro per il massimo campionato?

 

 

Nelle ultime settimane hanno fatto molto parlare un’intervista rilasciata dal neopresidente Andrea Marcon a Maurizio Caldarelli per la Gazzetta dello Sport in merito alla riorganizzazione del massimo campionato di baseball, la netta presa di posizione in merito di Simone Pillisio, presidente del Novara baseball, e la successiva puntualizzazione di Marcon sul sito della Federbaseball.

 

Pillisio ha rivendicato il diritto delle società a trovare una soluzione condivisacon la Fibs, Marcon ha comunicato di aver messo al lavoro una “task force” federale per la stesura di una proposta da analizzare, modificare e definire collettivamente.

Simone Pillisio, presidente Novara baseball – credit Novara baseball

Questa l’ipotetica formula sulla quale società e federazione dovranno confrontarsi per costruire una strada comune. Il documento è stato studiato dalla Federbaseball e sarà presto oggetto di un’approfondita analisi delle parti in causa.

Sparirà innanzitutto la definizione di Italian Baseball League. Il massimo campionato tornerà a chiamarsi Serie A/1, vedrà ai nastri di partenza dodici squadre e, dopo molti anni, cancellerà il blocco delle retrocessioni tornando a prevedere la discesa di due squadre in serie A/2.

Le dodici partecipanti saranno divise in due gironi da sei squadre la cui composizione terrà conto della classifica dell’attuale stagione e di criteri di viciniorietà tra le società.
Le squadre giocheranno un girone di andata e ritorno con due partite per weekend (per un totale di 20 gare) al termine del quale le prime tre classificate si qualificheranno per la “poule scudetto”. Le formazioni classificate dal quarto al sesto posto prenderanno invece parte alla successiva “poule salvezza”.
Inizio previsto per il primo weekend di aprile, ultima giornata in concomitanza con il primo fine settimana di giugno.

La “poule salvezza” proseguirà con il format del girone all’italiana di andata e ritorno su due gare settimanali per un totale di altre 20 gare. Al termine del girone retrocederanno in serie A/2 le ultime due classificate.

La “poule scudetto” prevederà invece tre partite settimanali (30 partite per squadra), inizierà nel terzo weekend di giugno e terminerà nel terzo di agosto. A quel punto scatteranno i playoffprima contro quarta e seconda contro terza – sulla distanza delle sette gare. La settima partita della finale scudetto si giocherebbe nel terzo weekend di settembre.

Le squadre partecipanti alla “poule salvezza” giocheranno 40 partite complessive, le partecipanti alla “poule scudetto” ne disputeranno da un minimo di 50 fino ad un massimo di 64.

Numeri decisamente superiori a quelli dell’attuale stagione che prevede per tutte le squadre un minimo di 34 partite ed un massimo di 44.

Le novità più importanti riguarderanno però il tesseramento dei giocatori che saranno suddivisi in tre distinti profili:

1 – stranieri extracomunitari con visto. Massimo di tre per squadra di cui due nel line-up e possibilità di un ulteriore tesseramento per le partecipanti alla “poule scudetto”
2 -italiani
3 -comunitari (parificati ai giocatori italiani)

Verrà così a decadere la qualifica di “giocatori di scuola italiana”.

Interessante il progetto di ristrutturazione della Coppa Italia che vedrebbe coinvolte anche le società di serie A/2, campionato strutturato su quattro gironi di sei squadre che promuoverà le prime due classificate alla massima serie. Le vincitrici dei quattro raggruppamenti di serie A/2 gareggeranno con le quattro migliori di A/1 (considerate solo le gare riservate a lanciatori italiani e comunitari) in gare di quarti di finale che daranno accesso alle Final Four da giocare in un’unica sede.

Punti forti

Tutte le partecipanti giocheranno un adeguato numero di partite. Molti osservatori – Marco Mazzieri, Giampiero Faraone, Mauro Mazzotti e Ruggero Bagialemani tra loro – hanno recentemente lamentato il ridottissimo numero di partite giocate dai nostri atleti nel corso dell’attuale stagione: la nuova formula sembra aver pienamente recepito la loro preoccupazione.

Sfruttamento del calendario. La stagione inizierà all’inizio di aprile e durerà per più di cinque mesi utilizzando al meglio tutti i weekend a disposizione.

Punti deboli

Venti gare sono poche per suddividere nettamente le partecipanti in due gruppi distinti che giocheranno per obiettivi ben diversi a partire dal mese di giugno. Basterebbe l’infortunio di un lanciatore di punta o la scelta sbagliata di uno straniero durante la prima fase per indirizzare negativamente l’intera stagione di una squadra.

Difficile anche per la società la ricerca di sponsor che perderebbero troppo rapidamente visibilità in caso di mancato ingresso nella “poule scudetto”.

Punti interrogativi

Senza l’obbligo di schierare atleti di scuola italiana quali squadre saranno allestite? Per assurdo alcune società potrebbero decidere di affidarsi interamente a un parco giocatori di passaporto comunitario. Quale sarebbe l’impatto sui settori giovanili? Capiamo perfettamente le preoccupazioni espresse dal presidente federale Marcon in merito al recepimento delle normative che regolano lo sport nei paesi comunitari, ma ci chiediamo se il nostro movimento è pronto per quella che si prospetterebbe come una rivoluzione copernicana.

Siamo certi di trovare quattro squadre in grado di portare il numero di partecipanti a dodici? Alla luce di quanto visto negli ultimi anni il dubbio è più che legittimo.

Ma soprattutto: come verrà accolta la proposta dalle società dell’attuale Ibl? Da anni lamentano l’eccessivo costo della partecipazione al campionato e chiedono interventi – vedi la riduzione a due arbitri – per il contenimento delle spese. L’equazione “più partite uguale più spese” rimane sempre valida. Passare da 34 a 50 partite comporterebbe maggiori costi anche per la costruzione di roster numericamente più importanti.

Presto ne sapremo di più. A Federazione e società il compito di disegnare un campionato in grado di ricreare interesse e riportare pubblico negli stadi. A noi il divertimento di iniziare a discutere già adesso di una proposta che, fatalmente, non potrà mai accontentare tutti.