di Giuliano Masola. I campionati giovanili interprovinciali stanno volgendo al termine e alcune partite sono decisive per il successivo passaggio alle fasi che portano al titolo di campioni d’Italia (in realtà un po’ ampio, considerando la Repubblica di San Marino). In una situazione in cui il progressivo calo del numero degli arbitri di Parma, Piacenza e Reggio Emilia permette di coprire solo la metà delle gare ‒ un terzo in meno dell’ scorso anno ‒ c’è un po’ di allarme in giro. Così, gli arbitri, che sono probabilmente all’ultimo posto nella lista dei problemi da affrontare da parte delle società, assumono una vera importanza solo quando ci sono da giocare “le partite da soldi”. La mancanza di un “agorà”, cioè di un punto di incontro formalizzato fra società arbitri e tecnici (come per l’ex Comitato provinciale) acuisce i problemi, per cui emergono quei “battitori liberi” che sperano di superare l’ostacolo rivolgendosi più in alto: Bologna e Roma. Ci si trova quindi in una situazione imbarazzante poiché, dall’alto, l’indicazione è di coprire più gare possibili, mentre dal punto di vista delle società, bisognerebbe coprire le partite importanti, quelle di classe A (la classe energetica vale per il batti&corri). Una situazione critica, che potrebbe essere preventivamente risolta da un colloquio diretto fra le società e il disegnatore di zona, il cui scavalcamento, come accaduto e probabilmente accadrà certamente non è sintomo di fiducia e positività. Tant’è. Per fronteggiare la situazione, come a Fort Apache, si aspetta l’arrivo dei nostri, questa volta su cavalli a vapore, da Bologna in particolare. Ciò, visto in positivo, può offrirà alle squadre volti nuovi, anche se non completamente e, magari, darà la possibilità a qualche arbitro principiante di farsi le ossa. Diciamolo francamente: è una amara sconfitta per un gruppo che più volte ha coniugato qualità e quantità. Agli arbitri della nostra zona viene rimproverato di non essere capaci di reclutare nuove forze, pur trovandosi in uno delle aree a maggior intensità di baseball: probabilmente c’è del vero, ma gli appelli che si rivolgono alle persone che stanno intorno ad ogni partita cadono nel vuoto, in una fuga dalle responsabilità che non dà proprio l’idea della maturità. Cornuti e mazziati. In tutto questo c’è un paradosso, che i cultori di economia potrebbero far rientrare nella Legge di Gresham (la moneta cattiva scaccia quella buona), considerando anche il rapporto inversamente proporzionale fra attività e numero di arbitri. Ciò, se le finanze federali lo permettessero, sistemerebbe le cose, ma sappiamo quanto sia duro far quadrare i bilanci. Pertanto, la copertura di alcune partite di arbitri provenienti da altre zone rappresenta una eccezione, poiché il costo è circa cinque volte superiore, ma si fa di tutto per figurare bene. In tutto questo, permettetemi di dire, che c’è una gravissima responsabilità di chi sta al vertice e che non muove un dito; purtroppo, nella maggior parte dei casi i toni delle comunicazioni sono più di minaccia che di difesa. Secondo alcuni siamo di fronte a un cambiamento, ma non è ancora chiaro a cosa corrisponda. Anche in questo senso la dice lunga il fatto che il Presidente della FIBS non metta piede a Parma per rendersi conto della situazione nelle sue varie sfaccettature e dimensioni. I motivi non li conosco. Posso solo osservare, così come in altri casi, che la divisione fra le società punisce tutti e permette a chi comanda di farlo con grande tranquillità, almeno in teoria. In attesa di forze fresche, è più che consigliabile che le società evidenzino l’importanza di certi incontri al designatore di zona per cercare di risolvere problemi prima e non dopo la partita, come avvenuto in qualche caso. Dico sinceramente che è una situazione che rattrista molto, anche perché coloro che hanno più bisogno dell’arbitro e non lo vedranno in campo, sono quelli che conoscono meno il gioco, anche per gli aspetti legati alla incolumità. Ma sono i vincitori a essere premiati, anche se mi ribello sempre a questa idea, poiché in realtà i veri vincenti sono coloro che hanno permesso al singolo e alla squadra di giungere al successo. Nell’attesa che qualcosa si muova, cerchiamo di fare il nostro compito, continuando in quello sforzo, che solo bambine e bambini riescono davvero ripagare con un sorriso. Giuliano Masola
1° giugno 2017