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Novara baseball e softball: un esempio per tutto il movimento

 

Tra oggi e domani si giocano a Rimini le gare che assegnano la Coppa Italia dell’Italian Baseball League. Vinca il migliore, ci mancherebbe.
Qualcuno però ha già vinto, comunque vadano le partite.
Mi riferisco al Novara di Simone Pillisio, società emergente del baseball italiano e perfetto esempio di quella capacità imprenditoriale applicata allo sport che molti sembrano aver dimenticato.

Mentre molti cercavano di risolvere i problemi del baseball – e del softball – italiano attraverso formule fini a se stesse, prive di soluzioni in campo di progetti a lungo termine e in tema di coperture economiche, sponsorizzazioni, spese e comunicazione, il Novara lavorava.
Se Simone Pillisio e i suoi collaboratori fossero stati animati soltanto dalla volontà di emergere nel panorama del baseball italiano si sarebbero limitati a investire in una prima squadra in grado di primeggiare a livello di Ibl. Per quello sarebbero stati sufficienti soldi e conoscenze.

Invece, in soli due anni, la società piemontese è passata da 13 tesserati a più di 200, ha ridato vita al settore giovanile e al softball, ha nuovamente riportato un buon pubblico sulle tribune del Provini e si è proposta come società trainante e come modello di riferimento nella zona di confine tra Piemonte e Lombardia.

Il Novara ha tracciato una nuova strada, ha dimostrato che con impegno e serietà si può ancora seminare e raccogliere buon baseball e ha zittito – con i fatti, non con chilometrici pistolotti filosofici – chi sostiene che le società maggiori non fanno nulla per l’attività giovanile.

Non so se il Novara aggiungerà la terza Coppa Italia a quelle vinte nel 1983 e nel 1992, non so se raggiungerà l’obiettivo di qualificarsi per le Coppe europee del prossimo anno: so solo che il Novara ha conquistato qualcosa di molto più importante. Complimenti.