di Giuliano Masola. Ci sono dei giorni in cui capitano avvenimenti dello stesso segno; in questo caso riguardano l’approccio con chi è affetto da problemi fisici e mentali. Frank Nappi, il cui cognome tradisce una origine italiana, ha pubblicato una trilogia sul baseball: “The legend of Mark Tussler”, “Sophomore campaign” e “Welcome to the Show”. Dal primo è stato tratto un film dallo stesso titolo nel 2011. In linea generale il copione, non del tutto nuovo, è quello della ricerca di un talento per rinforzare una squadra in crisi, in uno sperduto paese dell’Indiana in questo caso. Arthur, manager dei River Rats, sbadatamente uscito di strada con l’auto, ha un incontro fortuito con il diciottenne Mickey Tussler, che vive in una fattoria con il padre, particolarmente protettivo e severo col figlio, e la madre. Mentre telefona per avere soccorso, Art, vede Mickey lanciare mele in una vecchia tinozza appoggiata a un albero con una precisione e velocità sorprendenti: il risultato andrà in pasto ai maiali, in particolare a un maialino, che il giovane porta sempre con sé. Il manager ottiene dal padre, non senza fatica, che Mickey faccia un provino con i Rats, nonostante il ragazzo sia affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo non grave in cui chi ne è colpito tende a isolarsi e ad essere ripetitivo nei comportamenti. Come nelle più classiche storie a lieto fine, Mickey porterà la sua squadra alle finali, nonostante il tentativo di un suo compagno ‒ “Lefty”, lanciatore titolare ‒ che si era visto spodestato, di impedirgli di giocare, facendolo pestare violentemente da alcuni suoi compari durante una festa. L’abilità del manager e la comprensione dei compagni di squadra ottengono il vero risultato: la possibilità di superare situazioni che altrimenti avrebbero portato all’aggravarsi della malattia.
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