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“Cinquantesimo” rinviato

di Giuliano Masola. Dobbiamo arrenderci all’evidenza, per cui siamo costretti con grande dispiacere a rinviare il nostro Cinquantesimo: le disposizioni a livello nazionale e locale cui va aggiunto un ancor maggiore senso civico, ce lo impongono. Al momento non abbiamo ancora una data; sarà l’evolversi della situazione a suggerirlo. Un elemento imprescindibile è il calendario dei vari campionati. Considerandone la partenza il 17 aprile e tenendo conto dei recuperi (l’esperienza del 2019 lo insegna) credo che si andrà fino alla fine di giugno. Oltre a ciò, occorre rendersi conto che, superata l’attuale criticità, tutti vorranno in qualche modo evadere, andarsene in vacanza per dimenticare. In questo modo, si potrebbe andare ai primi di settembre. Si tratta di supposizioni, naturalmente. In un momento come questo, se si pensa al “bicchiere mezzo pieno” potremmo pensare a un record, o almeno una prima volta. Cento anni fa, al tempo della “spagnola” in Italia non c’era ancora un campionato di baseball o softball per cui i problema era automaticamente superato (all’epoca in Francia e Spagna era chiamata “febbre di Parma”, tanto per stare in compagnia). Fasciarci la testa non ci aiuta. Sempre nel segno della positività, possiamo il tempo maggiore disponibile per l’organizzazione per raccogliere altro materiale, soprattutto per ampliare i contatti, tira fuori nuove idee. Normalmente ai momenti di grande crisi succedono periodi ancor maggiore sviluppo e ciò ci deve aiutare a credere sempre in più nella bontà dei nostri sforzi. Resta l’obiettivo, una meta da raggiungere con la maggior forza d’animo possibile. Attraverso Tuttobaseball vi terremo informati, con l’augurio di vedere comunque il sorriso sulle vostre labbra.

ps. Ieri era la Festa della Donna, AUGURI! Anche se in ritardo.

Giuliano Masola, 9 marzo 2020.

Cinquanta? Non basta.

di Giuliano Masola. Ci prepariamo al 50° del Softball di Parma, facendo riferimenti in particolare alle due prime squadre, Astra e Victoria, ma cercando di guardare oltre. In questi giorni “ai domiciliari” è una cosa che aiuta a ben sperare, a vedere rosa. L’aria è di Primavera, anche se non è detto che qualche colpo di coda dell’Inverno ci potrà essere. Qualche settimana fa è stata lanciata l’idea di un giornata per ritrovarci e far festa. L’amore per il batti&corri al femminile, che sembrava sopito da tempo ‒ da troppo tempo ‒ sta così ritrovando le sue protagoniste, i suoi protagonisti. C’è voglia di incontraci, raccontare, chiacchierare, tornare a far progetti.

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Memories

di Giuliano Masola. Febbraio è il mese dedicato al ricordo delle Negro Leagues, di quando a persone di colore (non solo neri) era impedito di giocare coi bianchi (ciò però non escludeva il contrario). Lunga è la carrellata di personaggi e fatti cui attingere. Nel 1996 uscì un film per la televisione, Soul of the game (oppure Field oh honour). Era la storia di tre grandi: Josh Gibson, ricevitore, Satchel Page, lanciatore e Jackie Robinson secondabase.  Talenti diversi, le cui vicende sono abbastanza note a tutti coloro che amano ripercorrere la memoria, a chi trova nelle memories elementi soprattutto positivi. Fra i tre, per la sua drammaticità, emerge la vicenda di Josh Gibson “il Babe Ruth nero” (ciò era detto, al contrario, per Ruth). La sua abilità di ricevitore e la sua potenza in battuta erano inarrivabili. Nel 1933 totalizzò 59 fuoricampo in 137 partite; la sua media battuta è la più alta della Negro League (.359) ed è stato il secondo giocatore di colore a entrare nella Hall of Fame nel 1972. La targa che lo ricorda parla di oltre 800 fuoricampo lungo una carriera di 17 anni. Un grande campione, ma non certo dei più fortunati.

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Manager, che vuol dire?

di Giuliano Masola.

Le maniche sono rimboccate: non c’è più tempo da perdere. Gli staff tecnici sono già al lavoro, ognuno per le parti di competenza. Certo, dove il batti&corri è appena nato o sta per nascere una persona sola fa tutto, un po’ di confusione compresa. Penso che diversi abbiano avuto questa esperienza, si siano resi conto a posteriori che solo un grande entusiasmo ha potuto far fronte a un compito tanto arduo. Nel 1992 apparve Campione per forza (Mr. Baseball), un film in cui Tom Selleck faceva esperienza con lo Yakyū, il baseball del Sol Levante, con i Chunichi Dragons, la cui divisa ricorda tantissimo quella dei Dodgers. Elliot, questo è il nome del giocatore, non si rende conto di quanto sia diverso il mondo in cui viene a trovarsi; da ciò deriva un comportamento altezzoso, perfino sprezzante. Il suo rendimento è al di sotto delle attese e la squadra, già debole, sprofonda. I suoi rapporti col manager restano costantemente tesi e il suo interprete fa dei salti mortali per evitare il peggio, cambiando letteralmente le risposte maleducate del campione yankee, non sapendo che l’inglese è ben compreso da chi conduce la squadra. Perfino i rapporti con un altro americano in squadra con lui arrivano a incrinarsi. A differenza delle tragedie, dove le cose iniziano bene e finiscono male, nelle commedie alla fine tutto si risolve: Elliot si innamora di Hiroko, che fa fede al proprio nome, “la tua venuta è benedetta”.

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Australia Pacific Cup Softball: l’Italia chiude quarta e il Giappone vince il torneo

Fibs. Alla fine il Giappone non sbaglia e conquista la finale dell’Australia Pacific Cup piegando l’Italia di misura (3-2). Ma le nipponiche hanno dovuto soffrire fino all’ultimo out con le azzurre arrivate ad una sola valida, con corridore in seconda, dal punto del pareggio che, per quanto visto in campo in questa semifinale, avrebbe ampiamente meritato. L’Italia infatti chiude con più valide delle avversarie (7 contro 5) e crea più occasioni (come testimoniano gli 8 corridori lasciati in base) seppur solo nel finale riesce a sfruttarle. Una situazione di pericolo che lo stesso Giappone avverte tanto da richiamare in pedana la partente Fujita per chiudere l’incontro dopo aver provato a farla riposare tirandola via dalla partita dopo 2 riprese.

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