fbpx

Ciao Bruno

Bruno Bertolotti sabato scorso ci ha lasciato. A darne a tutti la dolorosa notizie è stato Sandro Rizzi che in tutti questi anni è sempre stato vicinissimo a Bruno e alla sua famiglia. Il grande ricevitore, che tanti hanno apprezzato come giocatore e soprattutto come persona ha concluso così un lungo calvario. Tenace come sempre ha combattuto la malattia con grande dignità trattandola sempre con rispetto. Sapeva che questa era una partita molto difficile e che l’avversario era molto forte ma Lui non ha mai mollato.

“Muscolo”, come era chiamato dagli amici, con Beppe Buschini ha formato una storica “batteria”, un duo capace di mettere in difficoltà tanti avversari. Ha cominciato giovanissimo a giocare e ha continuato per tanti anni, dopo la lunga fase agonistica, come allenatore. Ha fatto parte di quella categoria di persone che badava al sodo. Dava tutto e come allenatore pretendeva altrettanto; chi lo ha conosciuto lo ricorda sicuramente come una sorta di eterno ragazzo. Questa era la sua forza. A Parma, “Muscolo”, detto anche “Brontolotti” non ha avuto tante possibilità per emergere, per cui ha dovuto cambiare casacca, vestendo in particolare quella bolognese e milanese. In questi giorni mi stanno inviando diverse foto e articoli di giornale di mezzo secolo fa e sorprende vedere un mondo che ci siamo scordati, quello delle prime avventurose trasferte, in cui il divertimento e la curiosità di nuove scoperte superava il fatto agonistico. In momenti come questi, come si dice, si ricordano solo le cose belle, ma credo sia giusto così. Come dice una canzone “Vorrei ricordarti com’eri / dirmi che ancora vivi…”; Bruno, per chi ha Fede, è passato a una nuova vita, quella dei diamanti in cui può gioca eternamente con chi lo ha preceduto: Beppe fra tutti. Una strana coppia, si potrebbe dire, un gigante in compagnia di un piccoletto: una coppia che ci fa rivivere la semplicità e la forza di superare ogni ostacolo. Bruno ha iniziato a giocare in tempi in cui i campi non erano certo tirati a lucido, dove gli “stoppioni” la facevano da padrone. La palla occorreva però fermarla ed eventualmente tirarla tanto bene da eliminare un corridore. Il male che lo ha stroncato lentamente e inesorabilmente, credo ci aiuti ad essere ancora più uniti e determinati per portare avanti quel vecchio gioco che in realtà è sempre nuovo. Delle persone semplici e dirette spesso si perde rapidamente la memoria. In realtà, ci lasciano un compito non facile: proseguire con passione e abnegazione, così come loro hanno fatto. Con Bruno a difendere “casabase” lassù, avremo una sicurezza in più; sta a noi andare in battuta e portare a casa il più grande dei risultati: una sincera e duratura amicizia.

In questa triste circostanza alla Famiglia e a tutti i suoi Cari, le nostre più Sentite Condoglianze.

Tuttobaseball, Giuliano Masola, Luigino Saracchi 17 ottobre 2020