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Una questione di mazza

 

di Giuliano Masola. Come diceva Ted Williams “Dio ti manda alla battuta, ma una volta che sei lì sono affari tuoi”. Al di là di chi ti ci manda, in battuta occorre andarci con la mazza che ti fa sentire più sicuro; per questo la soppesiamo e ne controlliamo l’impugnatura, in particolare. Non ci chiediamo perché questo attrezzo è fatto così. Ripercorrerne la storia può fornire alcuni elementi interessanti, poiché collegata alle modifiche apportate nel tempo al “vecchio gioco”. Leggi tutto “Una questione di mazza”

Tutti a Scuola!

All’inizio dell’anno scolastico ho cercato di riproporre il Baseball nelle scuole elementari per mantenere accesa una fiammella in un quartier dove oltre cinquanta anni fa sorgeva il Montanara Baseball. I rapporti con le scuole nel corso di quattro anni sono più che migliorati, ma restano dei limiti pressoché invalicabili. In ambito scolastico ci sono tante esigenze e, soprattutto, vi è un problema di responsabilità, per cui, allo stato attuale, la nostra presenza può continuare solo attraverso un rapporto di fiducia e un atteggiamento professionale continuo. Siamo gli ultimi, o quasi, fra tanti sport; è inutile negarcelo. Leggi tutto “Tutti a Scuola!”

Vincent

di Giuliano Masola. Non preoccupatevi, non parlerò di Van Gogh, né delle belle atmosfere provenzali. Vincent è un ragazzo di dieci anni, balzato agli onori della cronaca, quella del baseball, perché imita gli arbitri, stando in tribuna. Con una divisa impeccabile, munito di maschera e di sacca per le palline, effettua ogni chiamata con notevole stile. Per gli arbitri in campo è diventato un amico; il 22 settembre, prima della partita fra Nationals e Mets, gli hanno regalato un conta strike. Le sue piccole dita, all’inizio, hanno fatto una certa fatica a manovrarlo, ma poi tutto è filato liscio. Il comportamento di Vincent può essere considerato una sorta di farsa, ma la costanza e la serietà con cui agisce fanno cambiare rapidamente idea. Sappiamo quanto business ci sia nel baseball professionistico, per cui ogni occasione è buona per far pubblicità, richiamare spettatori. A differenza di tanti suoi compagni, Vincent va allo stadio per seguire i suoi arbitri prediletti, piuttosto che i giocatori famosi. Per avere la migliore gestualità ed essere davvero “in campo”, il ragazzo si guarda le partite del giorno prima, prestando grande attenzione alle chiamate, ai replay, alle espulsioni. Un vero autodidatta, che combina abilità fisiche e tecnologia, per cui c’è già chi lo pronostica arbitro alle World Series del 2045. Come sempre, i ragazzi hanno qualcosa da insegnarci, soprattutto per quanto riguarda le loro scelte. La visione degli adulti è spesso offuscata, distorta; soprattutto condizionata dall’esperienza. Ciò fa una grande differenza, una differenza che stroppo spesso non consideriamo. Anche altri hanno imitato gli arbitri allo stadio, magari sotto forma di un balletto. Arbitri finti si possono incontrare negli stadi americani da una decina d’anni e la cosa è più seria di quanto si immagini, poiché, quanto viene raccolto durante le loro messinscena ha fini benefici. Ciò ci deve fare riflettere, poiché focalizza l’attenzione su un aspetto che pare scomparire con il passaggio a categorie sempre superiori: l’aspetto ludico. I ragazzi vivono di gioco e hanno un grande spirito di imitazione; su questo contano moltissimo gli insegnanti. Un ragazzo bravo, studioso e con buone capacità relazionali può diventare un ottimo punto di riferimento per i compagni. Penso che quasi tutti abbiano un personaggio, un atleta, una squadra di riferimento, qualcosa da imitare. Il bravo allenatore mostra ogni movimento, ogni giocata affinché i giocatori imparino e possano migliorare. Stessa cosa può valere per gli arbitri. In particolare coi più giovani, credo che il comportamento e la capacità di relazionarsi siano fondamentali; il regolamento viene dopo. Per conto mio, è indispensabile mettersi alla loro altezza (per me è facile, visto il mio 1, 60 scarso). Ragazze e ragazzi si rendono conto delle caratteristiche di un arbitro molto di più di tanti allenatori e osservatori. Leggi tutto “Vincent”

Un dono, una Scuola

di Giuliano Masola. È già tempo di pensare al Natale, anche se può apparire prematuro. Per questo, da anni, raccolgo ritagli di giornale, calendari, cartoline e altro. Ricordando la passione che avevo da bambino, provo a realizzare e proporre dei piccoli album. Per quanto possibile, provo a dare anche un senso tecnico, cercando di mettere in sequenza i movimenti di lanciatori, battitori, difensori, ecc. Una cosa che ritengo interessante, è quella di metter in parallelo sport diversi, come il tennis, il golf e altri, per mostrare sostanziali affinità col baseball e il softball; un esempio può essere la pronazione, un altro l’uso degli occhi, la sventolata e così via. Allo stesso modo, si possono mettere a confronto giocatori attuali con quelli del passato. È una operazione che richiede tempo e pazienza. Giornali stampati che trattino di baseball in Italia credo non ce ne siano, ma anche in America ne sono rimasti pochi; ormai quasi tutto è affidato a internet. In genere ragazze e ragazzi sono contenti del regalo, che vien loro dato sotto forma di lotteria; i più grandicelli si sono fatti ormai una collezione. Nella mia multiforme attività ho mescolato un po’ di tutto per qui, quando vado alla ricerca di qualcosa, finisce che ne trovo altra. Leggi tutto “Un dono, una Scuola”

“I WANT YOU UMPIRE!”

di Giuliano Masola. Dopo anni difficili, finalmente quest’anno ci sarà un corso per arbitri di baseball; è aperto a tutti coloro che intendono dare una mano allo sviluppo del batti&corri, come particolari e consapevoli attori. Impegnarsi in prima persona, metterci la faccia, pare sia un atteggiamento in disuso, ma da superare. Esserci, essere fra persone che hanno un comune scopo ‒ nel caso specifico permettere di giocare secondo le regole ‒ è più che importante, soprattutto per l’aspetto formativo dei giovani. Leggi tutto ““I WANT YOU UMPIRE!””