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Cinquanta? Non basta.

di Giuliano Masola. Ci prepariamo al 50° del Softball di Parma, facendo riferimenti in particolare alle due prime squadre, Astra e Victoria, ma cercando di guardare oltre. In questi giorni “ai domiciliari” è una cosa che aiuta a ben sperare, a vedere rosa. L’aria è di Primavera, anche se non è detto che qualche colpo di coda dell’Inverno ci potrà essere. Qualche settimana fa è stata lanciata l’idea di un giornata per ritrovarci e far festa. L’amore per il batti&corri al femminile, che sembrava sopito da tempo ‒ da troppo tempo ‒ sta così ritrovando le sue protagoniste, i suoi protagonisti. C’è voglia di incontraci, raccontare, chiacchierare, tornare a far progetti.

Certo dopo tanto tempo, così come avviene negli incontri fra compagni di scuola a molti anni di distanza, ci sarà quasi bisogno di un cartellino col nome per riconoscerci. Già ora storia e memoria cercano di trovare la giusta combinazione. Quei lanci, quelle battute, quelle partite al cardiopalma che dal punto di vista storico (chiedo scusa ai Classificatori se dico improprietà) si riducono a fredde cifre, potranno trovare il colore e il calore dei ricordi, di una memoria che da personale diventa comune. Sappiamo che la memoria può farci dei brutti scherzi e che di ogni avvenimento ognuno ha la propria versione. Alla mia età, per esempio, è più facile ricordare fatti di quando ero bambino che dove ho lasciato il contastrike; c’est la vie. Nella mia testa il 50° non è un evento, ma un momento lungo mezzo secolo che guarda a quello successivo. Come diceva una nota canzone Noi non ci saremo (ma chi l’ha detto? c’è l’ibernazione…); ci saranno però le nostre e i nostri nipoti e tutti coloro che avranno voglia di prendere una palla lanciarla, colpirla, raccoglierla, in una corsa mozzafiato. Da poche settimane ho la fortuna di avere una nipotina, Sofia (scusate l’orgoglio di neo-nonno), e sto già pensando a quando comincerà a giocare. Dovrò raccontarle qualcosa, spiegarle qualcosa, raccontare le fiabe coi miei ricordi, oltre a quelle di qualche animaletto o simpatico personaggio. Cercherò di raccontare un mondo fatto di bellezza, di entusiasmo, di voglia di guardare avanti: c’è sempre una base più avanzata da raggiungere. E poi, a ben pensarci, correndo sulle basi non facciamo un girotondo? Mi rendo conto di andare sul patetico, ma credo che l’emozione sia importante quanto la concretezza per affrontare la realtà. Così ci prepariamo, ritrovando amici di tanti anni fa, sparsi un po’ dappertutto. Per il 29 marzo stiamo organizzando diverse cose. In particolare ci sarà un totem in piazza, in cui non ci saranno le immagini di Cavallo Pazzo o di Aquila della Notte (Tex Willer, per chi non se lo ricorda), ma quelle che rivivono i primi passi del Softball. Cercheremo di fare un film promozionale e una mostra fotografica, per cui stiamo raccogliendo foto, documenti. Il tamtam sta producendo già dei buoni effetti, diverso materiale sta arrivando, attraverso le vie più diverse. Ciò che verrà messo in mostra sarà solo una parte di quanto sta arrivando. Questa modalità un random però presenta qualche difficoltà, soprattutto di origine qualitativo delle immagini. Da qui l’invito a inviare (e/o di inviare di nuovo) tutto il materiale che ritenete possa essere utile e interessante a softball50@tuttobaseball.com che sarà il nostro “magazzino dei ricordi”, fatto da ognuno di noi, accessibile a ognuno di noi. Il 29 marzo non è solo il giorno del Softball di Parma, ma lo è per tutti, per tutti quelli, come diceva Babe Ruth, “che ci hanno qualcosa a che fare”. Abbiamo bisogno di “esserci per esserci”, soprattutto in prospettiva, con quella semplicità che ci ha permesso di cominciare e proseguire. Non sono uno specialista di eventi e manifestazioni, per cui personalmente preferisco volare basso, lontano dai clamori, cercando una nuova spinta per rilanciare un gioco e uno sport in grado di dare tanto, soprattutto per una convivenza bella, viva, intelligente, con gli occhi rivolti al futuro. C’è bisogno di togliere un po’ di ruggine dalle nostre braccia e dalle nostre gambe per tornare in campo. Soprattutto occorre spazzar via quel torpore che ci ha fatto forse chiudere un po’ troppo in noi stessi. Viviamo, giochiamo, spendiamoci per una nuova vita del Soft; se lo vogliamo, il sole splende, anche quando piove. Il 29 marzo è alle porte, non sarà un giorno come un altro, ma un giorno per un altro.

Giuliano Masola, 29 febbraio 2020