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Un dono, una Scuola

di Giuliano Masola. È già tempo di pensare al Natale, anche se può apparire prematuro. Per questo, da anni, raccolgo ritagli di giornale, calendari, cartoline e altro. Ricordando la passione che avevo da bambino, provo a realizzare e proporre dei piccoli album. Per quanto possibile, provo a dare anche un senso tecnico, cercando di mettere in sequenza i movimenti di lanciatori, battitori, difensori, ecc. Una cosa che ritengo interessante, è quella di metter in parallelo sport diversi, come il tennis, il golf e altri, per mostrare sostanziali affinità col baseball e il softball; un esempio può essere la pronazione, un altro l’uso degli occhi, la sventolata e così via. Allo stesso modo, si possono mettere a confronto giocatori attuali con quelli del passato. È una operazione che richiede tempo e pazienza. Giornali stampati che trattino di baseball in Italia credo non ce ne siano, ma anche in America ne sono rimasti pochi; ormai quasi tutto è affidato a internet. In genere ragazze e ragazzi sono contenti del regalo, che vien loro dato sotto forma di lotteria; i più grandicelli si sono fatti ormai una collezione. Nella mia multiforme attività ho mescolato un po’ di tutto per qui, quando vado alla ricerca di qualcosa, finisce che ne trovo altra. È capitato anche questa volta. In una cartellina senza data, ma risalente forse a una trentina d’anni fa, ho ritrovato le dispense che l’amico Giulio distribuiva con Guido alla Scuola del Baseball che si teneva in via Isola, sotto la benedizione di Don Sergio. Il tutto all’insegna del “Chopperino”, che ancora oggi ne è l’emblema. Prendendo dagli appunti di quelle lezioni, penso sia interessante proporre i “Dieci comandamenti per una buona guida”, che possono essere validi anche per chi non è fa l’istruttore.

  • Controlla il tuo linguaggio: le parole sono come un eco e un boomerang; non solo continuano a ripetersi, ma molto frequentemente ritornano alla persona da cui sono partite.
  • Controlla il tuo temperamento: mantieni sempre la calma, nessuno vuole diversamente. Fondamentalmente questo è uno dei migliori barometri del tuo stato.
  • Controlla la tua sportività: lavorando a costruire atleti e uomini, sono molto più le cose che si imparano che quelle che si insegnano.
  • Controlla la tua attività: per alcuni ragazze e ragazzi tu sei il solo loro esempio ed eroe. Non deluderti comportandoti male.
  • Ricordati sempre delle persone che per te hanno meno importanza: coloro che vengono per ultimi. Coloro che ti guardano con un occhio pieno di speranza e aspettano tranquillamente che un giorno tu li scelga per giocare nella tua squadra.
  • Sii giusto e sincero con tutti, volonteroso e pronto a scusarti qualora abbia detto qualcosa di sbagliato a qualcuno.
  • La tua salute, il modo di apparire, di vestire, di comportarti ogni giorno sono i soli manuali che le persone leggono di te; scrivi ogni capitolo con grande cura e amore.
  • Nel trattare con gli altri, chiunque essi siano, sii giusto e pronto a comprendere, onesto ma fermo, sulla disciplina sii sollecito, considerando a volte anche il disappunto altrui.
  • Siediti e verificati regolarmente, non riguardo ai tuoi problemi o ai tuoi pregiudizi, riguardo alle tue attitudini e motivazioni, ricordando che il più grande regalo che hai ricevuto è quello di costruire uomini.
  • Ricorda sempre di pregare prima di prendere una decisione, prima di svolgere un compito. È una fortificazione che significa molto di più che maledire Dio per cose che sono successe.

Il consiglio, prima di esprimere un giudizio, è di scorrere i vari punti lentamente, ponendovi sempre un punto interrogativo. Si tratta di comandamenti che possono apparire anacronistici, in buon parte si tratta di “cose che si sanno”, per le quali non c’è perdere tempo. Un allenatore, spesso solo, non ha tempo per correre dietro a tutti: deve fare tutto lui. Certo, apparire come un eroe può dare soddisfazione, ma un eroe per chi, per che cosa? Giustizia, sincerità, riguardo per le persone, per gli ultimi… ma che roba è? Poi, perché fare un’autoverifica? Va ancora bene che ci sono! I tempi sono cambiati, mi vesto come mi pare; se mi gira, mi presento in costume. L’ultimo comandamento è quasi una offesa al pudore: “Pregare… non mi ricordo più neanche l’ultima volta che l’ho fatto… a cosa serve?… è una roba da bigotti”. La disciplina, l’amore, gli ultimi… ma noi dobbiamo arrivare prii! Eppure, se sommiamo i vari punti, scopriamo semplicemente che ciò che ci viene richiesto è esattamente ciò che pretendiamo dagli altri. E allora? Forse un tantino di umiltà aiuterebbe, ripensando magari a tutte le volte che abbiamo canticchiato quella canzone di Gianni Morandi in cui “C’è un grande prato verde/ Dove nascono speranze/ Che si chiamano ragazzi/ Quello è il grande prato dell’amore”. Proprio l’Amore, nonostante i cultori e propagatori dell’odio e della stupidità, può aiutarci a preparare un futuro migliore. Almeno, continuo a pensarla così. Giuliano Masola 23 settembre 2018