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Politiche federali, nomine, programmi, problemi e soluzioni. Massimo Fochi a 360 gradi tra passato e futuro.

La sua voce e le sue idee continuano ad essere un punto di riferimento per il baseball e il softball nazionale indipendentemente da quelli che possono essere il giudizio e le posizioni personali di ognuno di noi.
La mia telefonata è scattata appena abbiamo ricevuto in redazione la sua nota stampa: inevitabile il desiderio di approfondire con lui il pensiero e le tematiche esposte nello scritto di ieri sera, tutt’altro che scontata la sua volontà di concedermi spiegazioni e chiarimenti pubblici.
Massimo Fochi però accetta il dialogo e non si nasconde dietro silenzi o frasi fatte neppure davanti agli argomenti più scottanti e alle domande più scomode.
Ecco l’intervista rilasciatami da lui in esclusiva per Tuttobaseball.com.

Fochi, perché ha atteso così a lungo prima di tornare a far sentire la propria voce?
“E’ stata una scelta voluta, era giusto far lavorare in tranquillità il nuovo Consiglio federale. Se avessero operato bene non avrei avvertito il bisogno di intervenire. E’ stata una mia scelta anche quella di rimanere al momento al di fuori del movimento non legandomi ad alcuna società. Ho ricevuto offerte fin dal giorno successivo alle elezioni ma ho preferito prendere sei mesi di tempo: a giugno deciderò cosa fare nel mio futuro. Questo non significa che non abbia seguito i passaggi del nuovo corso, ma ho preferito farlo con occhio distaccato”.

– E in questi 150 giorni cosa ha visto?
“Sarebbe stato più corretto chiedermi cosa non ho visto. Mi aspettavo di conoscere in modo chiaro qual è il progetto di questo governo federale e di capire dove ci può portare. Invece ho solo sentito parlare di grandi progetti in generale, senza obiettivi chiari e senza delineare il percorso che si vuole intraprendere per renderli concreti. E’ la conferma che la sensazione avvertita durante la campagna elettorale non era sbagliata: ora sono i fatti a suffragare il mio pensiero. Il nuovo consiglio federale deve dire quali saranno le linee-guida del proprio progetto. Invece vedo solo una cieca e spasmodica ricerca di denigrare e cancellare ciò che è stato fatto in passato senza valutare cosa c’è di buono da prendere e cosa è migliorabile. Nella mia nota ho evidenziato molte di queste situazioni: vedo muoversi la nuova Federazione senza un autentico coordinamento, senza l’ombra di un progetto integrato: alla fine saranno giudicati in base a ciò che avranno fatto, non in base alle critiche mosse all’amministrazione precedente. Ma fino ad oggi ho visto e sentito solo dichiarazioni propagandistiche e populiste”.

– Nello specifico?
“Ricordo bene quando il neopresidente dichiarava di preferire una nazionale che si fosse classificata al quinto posto ai campionati europei ad una vincente ma composta da giocatori formati all’estero. Continua a pensarla nello stesso modo dopo aver parlato con i vertici del Coni? O ha cambiato idea dopo aver visto il World Baseball Classic? Come mai nel sottobosco è iniziata un’affannosa ricerca di atlete e atleti eleggibili per ottenere il passaporto italiano?
Il neopresidente ha dichiarato di ritenere esaurito il progetto dell’Italian Baseball League. Bene, qual è il nuovo progetto di visibilità dei campionati italiani? Quali saranno le regole relative all’Ibl e ai campionati giovanili nei prossimi anni?
La guida del movimento deve essere presa dalla Federazione, deve essere lei a definire le linee programmatiche. Con le società ci si confronta, ma bisogna farlo sulla base di un progetto che, pur con tutta la buona volontà, non riesco proprio a vedere”.

– La sua nota-stampa di ieri sera ha suscitato un certo clamore. Sui social le sono piovuti addosso commenti ironici e feroci critiche per la precedente gestione federale.
“Se è per quello ho ricevuto anche tanti attestati di stima privati. Il mio interesse era quello di mettere sul tavolo temi importanti per il movimento. Gli interventi dei troll sui social contano molto poco, mi aspetto invece risposte da parte della Federazione sugli argomenti che ho evidenziato”.

Non è neccessario sottoliearlo, ma il nostro sito rimane a disposizione per eventuali repliche e precisazioni (N.d.r.)

– Fochi, lei lamenta anche il criterio con il quale sono state fatte le nomine da parte del nuovo Consiglio federale.
“Guardiamo queste nomine, verifichiamo il curriculum dei nuovi incaricati. Io credo che l’Italia meriti di essere rappresentata da persone più qualificate, con una storia e una professionalità maggiori. Penso a Marina Centrone e Marco Mazzieri. Sono due risorse che il nostro movimento non può permettersi di perdere. Mazzieri si è guadagnato sul campo un grandissimo rispetto tecnico internazionale. Centrone ha rifondato un progetto facendo crescere ragazze italiane, offrendo supporto alle società che lo richiedevano e riportando la nazionale sul tetto d’Europa con giocatrici nate e cresciute da noi. Invece oggi sento parlare di una politica volta alla ricerca di giocatrici nate e formate all’estero che potrebbero prendere il passaporto italiano. Per Mazzieri e Centrone avevo studiato un ruolo strategico come responsabili dell’attività di tutte le nazionali. Lo stesso discorso vale anche per Simona Nava, Gianguido Poma e i loro staff: Simona lascia la nazionale giovanile da campione d’Europa e con un progetto già proiettato verso il futuro, Gianguido dopo aver raggiunto successi che in passato non sognavamo neppure. Ripeto: possiamo permetterci di accantonare simili risorse?”

Marco Mazzieri parla alla stampa dopo la vittoria dell’Italia sul Messico al WBC – foto archivio Fibs

Fochi, sia sincero: quanto le dispiace vedere persone che fino a pochi mesi fa le erano vicine e che ora lavorano per il “new deal” di Marcon?
“Esistono persone che saranno sempre dalla parte dei vincitori, la coerenza è dote di pochi. Per qualcuno è necessità, per altri opportunismo: trovo tutto questo molto normale, non mi stupisco e non me la prendo. Ognuno è ciò che vuole essere”.

– Chi inizia un’azione di governo ha pieno diritto di evidenziare i problemi lasciati in eredità dalle precedenti gestioni. Uno dei cavalli di battaglia della nuova guida federale è quello relativo ai debiti lasciati dalla vecchia dirigenza. Si legge di cifre importanti. Lei era vice-presidente nella precedente gestione: non può rispondermi in “politichese” dicendo il classico “non mi ero accorto di nulla”.
“Il Presidente federale e il Segretario generale (che è lo stesso della precedente amministrazione) sono deputati a presentare numeri e cifre. Il Collegio dei Revisori dei conti ha funzioni di verifica e controllo ed ha sempre approvato il bilancio: credo sia opportuno segnalare che l’ex presidente del Collegio dei Revisori, che fin dal 2001 ha approvato i precedenti bilanci, è attualmente un consulente della nuova dirigenza e, cosa ancor più grave, mi risulta che fosse parte attiva di Change Up. Se ci fosse stato qualcosa di strano nei numeri, come vogliono far credere, il Collegio dei Revisori dei conti avrebbe dovuto farlo emergere chiaramente nei verbali di approvazione nei sedici anni precedenti. Non lo ha fatto. Quindi, di cosa stiamo parlando?
Comunque in occasione dell’assemblea il presidente uscente Fraccari ha esposto chiaramente la situazione nella sua relazione. E’ vero che esistono un disavanzo e un debito nei confronti del Coni: io avevo presentato la soluzione per risolvere il problema senza farlo pesare sul movimento e l’avevo chiaramente illustrata alle società in campagna elettorale”.

Claudio Liverziani riceve il premio per il decimo scudetto del Bologna (Ezio Ratti-FIBS)

Italian Baseball Family, Progetto Verde Azzurro, Accademia di Tirrenia, rapporti con la Major League e con la federazione olandese, World Baseball Classic: nella sua nota lei ha messo molta carne al fuoco riferendosi allo sviluppo dell’attività.
“Mi preoccupa soprattutto la riduzione dei contributi ai Comitati regionali che dovrebbero essere il fulcro del movimento. Invece sembra che li si voglia svuotare di potere senza creare alcun progetto per il loro sviluppo. E’ stato addirittura chiesto al Coni di cambiare la norma sulla nomina dei selezionatori regionali, passandola al Comitato Nazionale Tecnici attraverso i Delegati Regionali dei Tecnici”.

– Cosa dovremo attenderci nei prossimi mesi da Massimo Fochi?
“Io sono a disposizione del movimento. Per ora mantengo un occhio distaccato ma credo che non resterò a lungo fuori dal baseball. Dopo giugno deciderò se e quale ruolo accettare tra i tanti che mi sono stati offerti. Voglio essere costruttivo, il portavoce di coloro che condividevano e che continuano a condividere il progetto del mio gruppo. Ho dovuto prendere atto del fatto che purtroppo molte persone hanno paura di dire pubblicamente ciò che pensano per timore di subire ritorsioni. Io non ho paura a farmi avanti anche per loro battendomi per una federazione che si occupi meno della gestione del potere e che sia più a servizio delle società. La mia voce non si spegnerà, statene certi”.